Distillare gli oli essenziali – Eredi di un mestiere millenario

Quando 20 anni fa abbiamo comprato un rudere in mezzo alla valle del Cecina nel comune di Pomarance, non immaginavamo la strada che ci avrebbe fatto percorrere questa terra.

Santa Bianca è un luogo magico che abbiamo fatto molta fatica a mettere in piedi e che anche adesso ci prende tutto il tempo che abbiamo a disposizione.
Quando, da coltivatori di erbe officinali, ci siamo affacciati al mondo degli oli essenziali abbiamo subito sentito un fortissimo richiamo ad approfondire la scienza che sta dietro alla distillazione, un po come una chiamata.
Oggi sapere di essere gli eredi di un mestiere che affonda le sue radici all’alba della civiltà da una sensazione di vertigine e di orgoglio.
I primi vasi contenenti oli essenziali risalgono a migliaia di anni avanti cristo, è del 3000 a.c. il più antico strumento per la distillazione ritrovato dal dott.Paolo Rovesti in pakistan nel 1975.
I primi, di cui si ha notizia, ad aver studiato a fondo le tecniche di distillazione e le proprietà degli oli essenziali sono gli egizi, grazie al papiro di Erberes ci arriva la notizia che conoscevano le proprietà del Cumino come rimedio al gonfiore addominale e per la tosse; lo stesso scritto riporta vere e proprie ricette come quella contro la febbre da fieno composta da Aloe, Mirra, Antimonio e Miele.
I sacerdoti erano dei veri e propri distillatori di essenze per i riti sacri, ad esempio l’utilizzo dell’incenso è particolarmente noto e ancora usato ai giorni nostri.
Nelle piramidi sono state trovate tracce di Galbano, chiodi di garofano, cannella e noce moscata.
L’uso delle essenze però non era noto solo ai sacerdoti e ai medici, anche il popolo conosceva i benefici delle erbe aromatiche in cucina: Menta, Maggiorana e Cumino erano alla base della dieta egiziana.

La regina Hatshepsut prima donna ad essere eletta al ruolo di farone era una grande appassionata di oli essenziali che faceva arrivare da ogni parte del mondo conosciuto.

 

Questo sapere era noto anche agli ebrei, nel libro dell’esodo Dio insegna a Mosè come comporre l’olio sacro per consacrare Aronne con Mirra, Cannella, canna odorifera (probabilmente la canapa) e olio di oliva (esodo 30, 22-25) e gli dice di procurarsi balsami di Galbano e Incenso.

Gesù riceve in dono, oltre all’oro, anche l’incenso (simbolo di santità) e la Mirra (che profetizza la sua fine) e Maria Maddalena unge i suoi piedi, durante l’ultima cena, con l’olio di Nardo (Giovanni 12, 1-7).
La mirra sarà anche l’odore che sentiranno le tre Marie dopo la resurrezione.
I Romani impararono dai Greci ad utilizzare gli oli essenziali, Erodoto riportò dall’Egitto i primi rudimenti di distillazione in Europa.
Bisognerà però aspettare fino all’anno 1000 circa per avere uno studio metodico e degli avanzamenti tecnologici nel campo della distillazione.
Dobbiamo molto al medico persiano Avicenna, a lui si attribuisce l’invenzione del condensatore che permette la distillazione che noi, 1000 anni dopo, utilizziamo ancora.
Con la caduta dell’impero Romano i medici romani fuggiti da Costantinopoli portarono con loro gli scritti di Galeno e Ippocrate diffondendoli cosi in europa.
Durante il medioevo si cominciò a conoscere le proprietà antisettiche di alcune piante, Lavanda, Rosmarino e Salvia venivano usati per proteggere la casa dalle malattie, oggi sappiamo che anche l’alloro, il limone e il tea tree sono dei potentissimi antibatterici.
Gli spagirici e gli alchimisti raffinarono le tecniche e completarono gli studi di cui ancora ci serviamo per conoscere le proprietà degli oli essenziali.
Paracelso, padre della Spagiria credeva che l’uomo sia un tutt’uno con il cosmo ed è formato da tre principi: Zolfo, Mercurio e Sale.
Lo Zolfo è visto come l’energia dell’anima, rappresentata dagli oli essenziali delle piante all’interno dei rimedi spagirici.
Oggi gli oli essenziali sono utilizzati in tantissimi campi, e noi guardando indietro a questa incredibile storia che ha accompagnato il genere umano in tutta la sua strada non possiamo non sentire un brivido ogni volta che accendiamo il bruciatore sotto il distillatore.

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